Concerto Fisico

15 anni di storia di Balletto Civile 

Ai nostri figli insegniamo una cosa soltanto che a nostra volta ci è stata insegnata: svegliarsi.

Concerto fisico per azioni è una partitura fisica e vocale che ripercorre e ridisegna la storia di Balletto Civile. Un racconto musicale. Un greatest hits sghembo e storto che non ha niente di nostalgico per raccontare la storia di un gruppo attraverso i racconti di cui si è fatto veicolo. Come un juke-box che risveglia gli accenti emotivi di un ricordo che è ancora il presente, di come ci siamo trasformati, della sabbia da cui siamo emersi, delle Creature, dei cavalli di legno costruiti per Troia, degli estintori lanciati nel buio, del mare di latte dove Woyzeck e Andres parlano del vuoto, dei supermercati gialli, dell’urlo disperato di Desdemona, di cosa successe a Tebe, della Resistenza, della lotta e della Rivoluzione, di un prato verde e di come alla fine gli Agnelli Cattivi siamo tutti noi, del pavimento specchiato e di una fune arancione, della stupidità, delle cataste di vestiti svuotati, del potere e dei cappotti pesanti del 1918, di volpi impagliate e stagioni sessuali, della morte e di una brasiliana con il pennacchio verde, di un piccolo cane bianco, dei tabù, delle papere di plastica e degli acrobati kenioti, del pilota veneto e del sole sempre in fronte, dei pompieri e dei preti, di un incidente e un autogrill, di una radio e una città sempre in fiamme, del perché delle cose.

Poi tutto scompare, risucchiato negli sguardi, come non fosse mai esistito.

Lo spettacolo è ispirato  al Bardo Tödröl Chenmo, il libro tibetano dei morti, che descrive le esperienze che l’anima cosciente vive  nell’intervallo di tempo fra la morte e la rinascita. Questo intervallo si chiama, in tibetano, bardo.

“Bar” significa “tra” e “do” significa “isola, punto”. Una sorta di punto di riferimento tra due cose o, piuttosto, un’isola in mezzo ad un lago.

Il concetto di bardo si riferisce al periodo che intercorre tra confusione e confusione che sta per trasformarsi in saggezza. Questo intervallo presente tra il passato e il futuro è l’esperienza del Bardo.

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ideazione, regia e coreografia

Michela Lucenti

assistente alla creazione
Maurizio Camilli

drammaturgia sonora
Tiziano Scali e Maurizio Camilli

produzione
Balletto Civile e Festival Resistere e Creare