Karnival

Che sia Re il bene e che sia sconfitto il male
Che i vostri granai siano pieni,e la botte anche
Che nascano i figli, e che siano sani
E chi non vuol bene a noi sciamani,
Si inchini pure davanti a noi.

Motto del Carnevale Kukero

Carnevale collegato dalla notte dei tempi al ciclico ritorno degli antenati che sotto forme bizzarre portano ai vivi un augurio di prosperità è una quarta dimensione del sociale, più che una festa è una qualità particolare del tempo che impone dei comportamenti speciali.

Se il teatro è l’ultima forma di spettacolo capace di assurgere a rito civile, il carnevale è l’ultima festività che ancora sfugge alla commercializzazione del calendario, capace di esprimere il rinnovamento attraverso il sovvertimento; la festa che celebra la vita attraverso la sua negazione, e con la maschera mette a nudo la società. Come una sorta di Teatro Noh occidentale il nostro dramma lirico sarà scandito da una partitura ritmica suonata dal vivo e le pantomime danzate si mescoleranno alle cronache dei danza/attori.

Lo spettacolo comincia in levare, i personaggi si stanno difendendo, la danza è veloce, concisa, distorta una partitura continua tra gesto e suono, rincorrono la verità, portano letture di un accadimento troppo diverse, troppo bucate per rientrare in un unico fatto.

Quasi una parodia del giallo: la classica celebrazione della razionalità umana capace di collegare i fatti e ricostruire il tempo con processo lineare, verrà infatti disinnescata attraverso la sparizione del fatto, una scansione temporale disarticolata, la produzione di una serie di ipotesi sulla realtà così inconcludenti da mettere in crisi il concetto stesso di realtà, una catena di interpretazioni, non di una serie di avvenimenti.

Tutto passando attraverso il corpo, come un congegno capace forse ancora per poco di svelare la verità.

Una riflessione profonda sul ruolo del corpo in scena e su come sia possibile oggi lavorare ad un teatro fisico civile non solo di rottura, con un’estetica calda popolare e impietosa.

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regia e coreografia Michela Lucenti
collaborazione alla creazione Maurizio Camilli, Emanuela Serra
interpretato da Fabio Bergaglio, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Francesca Zaccaria
percussioni e marimba Davide Sinigaglia
drammaturgia Carlo Galiero
drammaturgia musicale Valerio Vigliar
disegno luci Stefano Mazzanti
disegno sonoro Claudio Tortorici
costumi Chiara Defant
dipinti di scena Francesca Zaccaria
assistente alla regia Ambra Chiarello
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena Davide Capponcelli
capo elettricista Tiziano Ruggia
fonico Massimo Nardinocchi
sarta Elena Dal Pozzo
foto di scena Guido Mencari

produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Balletto Civile, TPE – TeatroPiemonte Europa, CSS Teatro Stabile di innovazione del FVG

Si ringraziano Attilio Caffarena, Francesco Gabrielli

ph Guido Mencari

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