Le Fenicie


…madre, parlerò senza nascondere nulla. Sarei diposto ad andare fin dove sorgono gli astri dell’etere, e sotto terra, se potessi farlo, per avere il Potere, il più grande degli Dei. ”
Eteocle

 

Un ritorno alla dimensione teatrale per Balletto Civile, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola.
Euripide con questa tragedia ci colpisce particolarmente perché coniuga le istanze di bruciante attualità politica con una prospettiva che proietta in un lontanissimo passato mitico, come in un gioco di specchi, le radici della sofferenza che sconvolge la città di Tebe.
Non è possibile non sentire le assonanze con le guerre che sono alle porte dei nostri confini odierni.
Guerre fratricide che affondano in radici antichissime.
Tragedia corale che prende il titolo dal gruppo di donne straniere che ne costituisce il coro : sesso femminile, giovane età, provenienza straniera, conferiscono a questo coro un carattere unico in termini di “marginalità”, elemento che ci connette ancora di più con questo materiale in quanto noi tutti di fronte agli orrori che ogni giorno vediamo, non siamo che freddi osservatori marginali che assistiamo al massacro di intere generazioni.
Disegneremo con i nostri corpi questo racconto, dando voce ai testi più salienti, un quadro continuo della caduta inarrestabile della casata dei Labdacidi. La danza della guerra in fila come figurine di un vaso greco accompagnerà le scene di questo affresco, in apparenza episodico, ma di totale coerenza di passione umana.
Tutto il male si compie sotto gli occhi di tutti.
Scelte radicali per un testo radicale.
Come sempre negli spettacoli di Balletto Civile la danza si piega senza paura ad essere una danza
narrativa, non descrittiva, bensì in contatto con la sua origine cioè come forma di dialogo visivo con la Polis.
Non c’è per noi bellezza estetica se non quella piegata al senso, e ora più che mai ci sembra urgente danzare una partitura di parole, prestando i nostri corpi come testimoni ad un vero e proprio elogio alla democrazia, un ennesimo rifiuto della tirannia e una viscerale riflessione sul non senso della lotta civile.

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regia e coreografia Michela Lucenti
drammaturgia Michela Lucenti, Emanuela Serra, Maurizio Camilli
collaborazione musicale Daniele Boccardi e Ambra Chiarello
assistente alla regia Francesco Gabrielli
assistente alla coreografia Alessandro Pallecchi Arena
costumi Giulia Spattini
luci Stefano Mazzanti
cover Stella Capelli
produzione Balletto Civile in coproduzione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale
con il sostegno di Comune di Napoli / Napoli2500 – Tiere Teatro Festival / Biennale
Internazionale di teatro antico – SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione Progetto
Habitat / residenze artistiche nel Levante Ligure
e MIC Ministero della Cultura Italiana
interpretato da Fabio Bergaglio, Maurizio Camilli, Antonio Carta, Ambra Chiarello, Francesco
Collavino, Cecilia Francesca Croce, Giovanni Fasser, Michela Lucenti, Emanuela Serra, Giulia
Spattini, Mirco Tosches

personaggi e interpreti

GIOCASTA: Michela Lucenti
FENICIA: Ambra Chiarello
POLINICE: Francesco Collavino
ETEOCLE: Fabio Bergaglio
ANTIGONE: Cecilia Francesca Croce
CREONTE: Maurizio Camilli
TIRESIA: Emanuela Serra
MENECEO: Giovanni Fasser
I°MESSAGGERO: Mirco Tosches
II°MESSAGGERO: Giulia Spattini